Il tribunale fallimentare di Milano ha dichiarato lo stato di insolvenza per Acciaierie d’Italia Spa, e potrà essere formalmente avviata l’amministrazione straordinaria, già richiesta da Invitalia al ministero delle imprese e del made in Italy.
Viene invece rigettata la richiesta di misure protettive a livello di gruppo, proposta in alternativa dalla società, per impedire l’aggressione del patrimonio da parte dei creditori. La decisione è arrivata ieri a distanza di due giorni dall’udienza dinanzi alla sezione fallimentare, presieduta da Laura De Simone.
Ora all'ex Ilva, potranno essere concessi dal ministero dell'Economia e delle Finanze "uno o più finanziamenti a titolo oneroso" per un massimo di 5 anni fino a un importo di 320 milioni di euro per il 2024. Il tribunale ha respinto le richieste di Acciaierie d'Italia col socio privato di aggioranza ArcelorMittal che chiedeva un concordato "in bianco" per tutto il gruppo. I giudici hanno dichiarato "improcedibile" la domanda di concordato per Adi spa, perché è stata già aperta la procedura di amministrazione straordinaria e come prevede il decreto legge del 18 gennaio scorso, non possono essere ammessi altri strumenti di protezione del patrimonio. Una richiesta di concordato con riserva che, secondo i giudici, non può valere nemmeno per le altre tre società del gruppo, ossia AdI Energiasrl, AdI Servizi Marittimi srl e AdI Tubiforma srl, perché i "business" delle quattro società del gruppo sono "interdipendenti". E anche perché il management è esclusivamente in capo ad AdI spa e sarebbe quindi impossibile gestire un progetto ristrutturazione del gruppo senza AdI. La richiesta di concordato per le altre tre società del gruppo è stata quindi dichiarata "inammissibile". Le altre tre, però, potrebbero entrare anche loro in una procedura di amministrazione straordinaria di gruppo.
Il ministero dell'Economia dovrà valutare ora la domanda di estensione del commissariamento anche alle altre tre società del gruppo e poi i giudici dovranno, nel caso, dichiarare lo stato di insolvenza anche per queste.
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