Firmato un accordo quadro fra Beko Europe, governo, Regioni e parti sociali sul piano di trasformazione industriale per l'Italia dei siti della multinazionale che un tempo erano di Merloni e Whirpool.
"L'accordo, - fa sapere l'azienda - che segue l'approvazione all'88% da parte delle assemblee dei lavoratori avvenuta nei giorni scorsi, rappresenta un percorso strutturato per la riorganizzazione e il rilancio degli stabilimenti italiani, con l'obiettivo di garantire sostenibilità e competitività nel lungo periodo".
Quello su Beko "è un accordo importante, storico, per governare al meglio questa transizione industriale salvaguardando la forza straordinaria del Made in Italy che diventa, di fatto, per questa grande multinazionale il centro propulsivo in Europa".
Lo ha annunciato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al termine del tavolo di lavoro, dove è stato firmato l'accordo che chiude così anche la vertenza Beko.
"Tutti gli stabilimenti rimarranno in attività, non ci saranno licenziamenti ma, eventualmente, in qualche caso, uscite volontarie incentivate. Credo che sia un grande successo del sistema Italia", ha aggiunto ancora il ministro Urso.
"L'Italia è sempre stata un pilastro strategico per le nostre attività globali e l'accordo di oggi segna un passo decisivo per il futuro del nostro gruppo nel Paese", ha commentato, invece, Fatih Ebiçlioğlu, presidente della divisione Beni di Consumo Durevoli di Koç Holding e presidente di Beko Europe, a seguito della firma dell'accordo stipulato con i sindacati.
"Oggi al ministero delle Imprese e del Made in Italy abbiamo firmato un buon accordo che è stato approvato da oltre l'88% delle lavoratrici e dei lavoratori degli stabilimenti di Beko.
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